La nostra Associazione è grande, non solo per i numeri degli associati, ma per le attività che anche il più piccolo Circolo riesce a mettere in atto.
L’adeguamento alla legge del Terzo Settore, vuoi per la pandemia e per il Ministero, che ha continuato a modificare alcune definizioni, intervenendo anche sulle virgole, ci ha costretti a disporre e approvare due nuovi statuti nel giro di due anni. Tale cosa, ha stressato un po’ tutti dai responsabili dei circoli fino al nazionale.
Per quanto si è verificato in questi ultimi anni, nostro malgrado, dobbiamo dire che questa nostra Conferenza d’Organizzazione si svolge in un periodo particolare, o meglio di piena crisi globale.
Questa frase, che sentiamo ripetere nelle relazioni di ogni congresso e conferenze, sembra un modo di dire, una frase idiomatica, purtroppo è sempre una constatazione di fatto, gli eventi negativi ci perseguitano senza discontinuità.
Gli eventi di questi anni hanno sconvolto e modificato il nostro paese e il mondo intero, quindi, non possiamo limitarci a parlare solo al nostro interno.
Nonostante la pandemia sembra sia solo un brutto ricordo i suoi effetti non ci hanno ancora abbandonato. Gli isolamenti continui, i cambiamenti avvenuti nella propria vita quotidiana, le difficili condizioni economiche, la riduzione della socialità stanno influenzando la salute mentale e il benessere di molti. In modo differenziale, si assiste a manifestazioni psicologiche significative e problemi mentali non specifici (disturbi del sonno, comportamenti simili alla fobia, sintomi simili al panico, malumore).
Se a questo si aggiunge la crisi Ucraina, e le altre guerre in atto, non sfugge a nessuno che insieme contribuiscono a trasformare la paura e le difficoltà economiche in preoccupazione cronica.
La loro concomitanza, la loro lunga durata e l’apparente mancanza di soluzioni in breve periodo, accelerano ulteriormente una trasformazione dai tratti troppo spesso involutivi e imprevedibili.
Questo insieme di cause ha inferto l’ennesimo colpo a un sistema economico uscito terribilmente indebolito, modificato e instabile con una generale ridefinizione dei mercati mondiali, ma contraddistinto da una sorta di paradosso: da un lato ha continuato a crescere sul livello quantitativo, ma dall’altro ha dovuto subire i colpi dell’inflazione galoppante e della crisi energetica, fattori questi che hanno coinvolto e colpito soprattutto i redditi più bassi, ma non sfugge a nessuno che l’aumento e il disaggio della povertà, ha indebolito anche le condizioni economiche delle famiglie considerate ceto medio. Una crisi che gli economisti hanno definito “la peggiore di sempre”.
I problemi scaturiti nel 2022 con la guerra in Ucraina e la conseguente crisi energetica, ha messo in ginocchio l’Europa, e in particolare l’Italia che dipende dalle importazioni, facendo lievitare il costo della bolletta energetica e dei beni di consumo. Anche l’inflazione ha registrato punte che non si vedevano dagli anni ottanta del secolo scorso. A tutto ciò, si è aggiunto il crollo salariale, che, secondo i dati elaborati dalla Fondazione Di Vittorio, ha travolto anche le relazioni sociali.
Ognuno di questi accadimenti, rappresenta un fatto di straordinaria rilevanza, con pesanti impatti sociali. L’andamento crescente dei prezzi, in un contesto economico tanto difficile e a una oggettiva difficoltà di funzionamento positivo del mercato del lavoro, sta contribuendo in maniera determinante a indebolire le condizioni economiche di molte famiglie e accelera processi sociali involutivi, incrementa le paure, alimenta vecchie e nuove solitudini, amplifica le fratture sociali, cristallizza la società, rallentando ancora di più ogni forma di mobilità sociale, amplificando ancora di più la distanza tra il nord e il sud del Paese.
Se ciò non basta, per un Paese già segnato da profondi divari territoriali, con l’Autonomia differenziata, il cosiddetto progetto “Calderoli”, portato avanti dall’attuale Governo e condiviso dal nostro “Governatore”, fa intravedere grandi rischi che si moltiplicheranno per il Sud e maggiormente per la Calabria.
A ciò esprimiamo la nostra contrarietà, perché afferma un’idea di società disuguale in un Paese già frammentato e segnato da profondi divari territoriali e aggravando ulteriormente le difficoltà esistenti in merito a sanità, istruzione, ambiente, trasporti, insomma, l’autonomia differenziata sarà un duro colpo attacco alla Costituzione e all’unità dello Stato.
Pertanto, bisogna fare tutto il possibile per scongiurare lo scivolamento verso un “regionalismo delle disuguaglianze”, a partire da una adeguata definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni e dalla garanzia della loro concreta esigibilità in ogni territorio.
In questi due anni, caratterizzati, come dicevo, dalle varie emergenze, non ci è stato consentito di pianificate e progettare, se non in modo episodico, le nostre attività, per questo gli obiettivi della nostra Conferenza d’Organizzazione sono chiari e li abbiamo compresi in modo ancora più nitido.
La nostra Associazione, nonostante le difficoltà in cui si è operato, è sempre stata promotrice, attraverso l’impegno dell’intera rete e su tutto il territorio nazionale, ma anche nel nostro piccolo a livello regionale. Una moltitudine di azioni a sostegno alle famiglie in difficoltà, delle persone sole, delle varie fragilità, di costante riattivazione della socialità ma anche di attività di solidarietà internazionale e di accoglienza.
Tutto questo ci ha gratificato, ma ha anche evidenziato alcuni problemi che ci rallentano e che dobbiamo essere in grado di affrontare e risolvere, anche in relazione alla nuova stagione nella quale presto ci troveremo a operare.
Molto attorno a noi è cambiato, e la nostra Associazione ha dovuto fare i conti con questa trasformazione. Con piacere abbiamo notato che gli argomenti trattati nel congresso Cgil, e le proposte che ne sono scaturite, coincidono con quanto portiamo avanti nella programmazione e nella progettazione delle nostre attività; quindi occorre sviluppare alcuni terreni di iniziativa comune sulle problematiche riguardanti le necessarie innovazioni dei sistemi di welfare, a partire dall’invecchiamento attivo, della non autosufficienza, riconversione della spesa sanitaria, prevenzione, domiciliarità, integrazione socio-sanitaria, e dell’apprendimento permanente.
I recenti congressi dello Spi e della Cgil hanno indicato l’obiettivo strategico di cambiare il futuro attraverso il lavoro, rafforzando anche i legami con la nostra Associazione. Perciò, il rapporto tra co-programmazione e co-progettazione e contrattazione sociale deve essere uno dei temi fondamentali da affrontare insieme per garantire coesione e inclusione sociale nelle comunità.
Risulta altresì strategico, garantire, qualificare e rafforzare la nostra presenza in tutte quelle realtà che si occupano di Terzo Settore, a partire dal Forum ai diversi livelli territoriali, provinciali, regionali e nazionale, e nei Centri di Servizio al Volontariato.
Tutto ciò garantisce occasioni fondamentali di conoscenza e partecipazione alle politiche del Terzo Settore, una crescita del gruppo dirigente, un rafforzamento della nostra impostazione politica, e anche un importante fattore di visibilità di Auser.
Per rafforzarci, per permetterci di sviluppare le nostre attività, per radicarci ulteriormente nel territorio e tra le persone, in un contesto mutato, è quindi necessario affrontare una discussione organizzativa con obiettivi chiari, definiti e condivisi. Perciò, facendo rete, anche con altre associazioni dobbiamo affrontare i problemi e trovare le soluzioni; decidere le priorità; cogliere le opportunità che si presentano, quindi, rafforzare ed estendere i momenti di coordinamento organizzativo e di lavoro collettivo a partire dalla costruzione di una nuova progettualità, tenendo sempre presente che il nostro compito non è quello di sostituirci al pubblico, ma non rinunciando ad essere di sussidio.
Su questo tema si attendono soluzioni omogenee e democratiche, finanziate ed esigibili in ogni parte d’Italia. Esse sono il presupposto fondamentale per un sistema di welfare realmente inclusivo e universalistico, fondato sul riconoscimento di diritti e pari opportunità per tutte le persone.
Considerato che la riforma del terzo settore ha già iniziato ad aprire una nuova stagione, in particolare nel rapporto con le pubbliche amministrazioni, sono convinto che col supporto attivo del Csv e del Forum del terzo settore, condividendo le azioni con la Cgil e con lo Spi Cgil, riusciremo a ottenere i migliori risultati nella co-progettazione e co-programmazione, anche se le amministrazioni comunali continuano a chiudersi a riccio come se fosse tutto una loro prerogativa, forse convinti di poter continuare ad agire con forme clientelari rivolte a mantenere sempre aperta la campagna elettorale.
La storia della Cgil e la storia dell’Auser, legate e vissute nel territorio sono indispensabili per la realizzazione dei diritti di cittadinanza.
Con la riforma del terzo settore e l’iscrizione al Runts, per la nostra associazione, il tesseramento è fondamentale, non solo in termini economici, ma anche per valutarne la forza dell’organizzazione, la centralità e il protagonismo.
Nella fase che si sta aprendo sarà fondamentale una politica organizzativa efficace in grado di incrementare e consolidare i tanti punti di forza che sono patrimonio dell’AUSER.
Quindi, il nostro operato deve essere rivolto alla diffusione della cultura della solidarietà concreta e praticata a sostegno delle fragilità e al superamento di ogni forma di discriminazione tra uomo e donne tra razze o religione.
Con questi principi, da noi considerati fondamentali, dobbiamo nella politica del tesseramento trovare nuove attrazioni, nuovi stimoli. Allo scopo, ogni inizio d’anno, necessita recuperare dagli archivi dell’anno precedente i dati delle persone che non hanno rinnovato la tessera e contattarle personalmente per capirne le ragioni e verificare il gradimento delle nostre attività.
Pensando alle caratteristiche geografiche e amministrative del territorio della Calabria, formato da tanti piccoli comuni, abitati in prevalenza da persone anziane di cui molte di queste sole, perché i figli sono emigrati, sono più che convinto, che noi, come Auser, con i nostri valori e con le nostre iniziative, potremo contribuire, in modo vistoso e ancor di più dove già lo facciamo a sconfiggere il male più grande per una persona anziana: la solitudine.
Per questo, le iniziative culturali possono essere la chiave di volta nel coinvolgimento non solo degli anziani. Nei paesi interni, dove ancora le tradizioni non sono state sconfitte dal modernismo, c’è un humus che consentirebbe lo sviluppo di circoli culturali e sociali di prestigio. Pensando ai comuni di origine arbëreshë, grecanica e valdese, dove ancora, non solo sono vive le tradizioni, ma parlano rispettivamente l’albanese, il greco bizantino e l’occitano, come momenti di coinvolgimento dei cittadini, potremmo organizzare Università popolari dell’età libera e circoli culturali.
L’ultimo argomento che vorrei affrontare, ma non certamente per importanza è quello relativo alla raccolta delle adesioni del 5x mille a favore dell’Auser. Purtroppo, la diminuzione che si riscontra crea difficoltà economiche e chiaramente nelle attività. Pertanto, invito tutti non solo ad aderire personalmente, ma a cercare tra gli amici e i parenti nuove aderenti.
Auser ha saputo superare le tante difficoltà con generosità, competenza, ma anche con una straordinaria attitudine all’innovazione e alla velocità di realizzazione, mai rinunciando alla propria mission. Attraverso queste attitudini, siamo riusciti ad essere presenti e vicini ai bisogni delle persone e a fornire un contributo straordinario e irrinunciabile alle Comunità, anche nei momenti di maggiore criticità. Maggiori difficoltà si sono registrate nel mantenimento delle tante attività di Promozione Sociale, dove l’isolamento e il distanziamento sociale hanno di fatto bloccato le nostre iniziative in presenza, sviluppate però, in molti casi “da remoto”, utilizzando la comunicazione a distanza, conseguendo risultati davvero significativi, attivando percorsi formativi a supporto di questi metodi e puntando su percorsi di innovazione.
Nonostante una generale ripartenza di tutte le nostre attività in presenza, permangono in alcune parti della Regione, situazioni non ancora pienamente riattivate. La capacità di stimolare aggregazione e socialità nei territori, l’attitudine ad aiutare le persone praticando solidarietà intesa come valore politico, l’attenzione organizzativa, la capacità di innovare metodi e strumenti, tutto questo, ha permesso alla nostra Associazione di essere una delle realtà presenti nel Paese, maggiormente radicata, riconosciuta e riferimento non solo per le persone longeve ma per tutte le comunità e per le Istituzioni.
Le nostre molteplici attività, trovano la loro realizzazione attraverso l’impegno delle tante volontarie e volontari che, in ogni territorio mettono a disposizione delle comunità il loro profondo senso di solidarietà, il loro impegno e la loro competenza. La credibilità e la funzione dell’Auser si è rafforzata e il patrimonio dei nostri volontari sarà decisivo per affrontare le sfide future. Occorre, però, che i valori di riferimento dell’Auser, la sua storia, i legami sociali e la funzione solidaristica siano condivisi e praticati da tutti noi.
Bruno Tassone
Presidente regionale Auser Calabria
Sintesi della Relazione, in occasione della Conferenza di Organizzazione regionale – Lamezia Terme 3 maggio 2023