di Fabio Piccolino
Dramane si è laureato, realizzando il proprio sogno grazie al progetto “Adozione in vicinanza” di Auser Cosenza.
Una bella storia di integrazione e di volontà che ha come protagonista un ragazzo maliano e la rete di aiuto che ha creduto in lui e nelle sue capacità.
Auser ha iniziato a conoscere la sua storia nel 2017 a Salerno quando, durante il IX Congresso nazionale, il ragazzo, che oggi ha 23 anni, è intervenuto nella discussione per raccontare quanto l’aver trovato un gruppo di sostegno e di solidarietà abbia cambiato la sua esistenza.
La sua era una vita normale in Mali, e a Bamako Dramane aveva conseguito il diploma di scuola superiore, con il sogno di laurearsi in economia politica. Fino a quando la guerra civile del 2012 ha sconvolto la sua quotidianità e quella di migliaia di persone: la perdita improvvisa dei suoi genitori e l’assenza di possibilità nel suo Paese lo ha spinto prima in Benin e poi in Libia. Nei due anni passati in Nordafrica, Dramane ha conosciuto la sofferenza e il dolore, la solitudine, la fame e anche la prigione, in un Paese dominato dal disordine e dalla sopraffazione.
La fuga è stata la sua salvezza: la decisione di salire su un gommone insieme a altre 150 persone con la disperazione di chi non ha più nulla da perdere.
Arrivato in Italia, Dramane è stato trasferito in un centro di accoglienza a Rogliano, piccolo comune a sud di Cosenza.
Lì è venuto in contatto con alcuni volontari, desiderosi di aiutare le persone del centro.
Da molti anni infatti l’Auser territoriale di Cosenza è un punto di riferimento per migranti e rifugiati, grazie ad iniziative volte a sostenere e ad integrare le persone che in Italia non hanno alcuna certezza. L’Ambulatorio Medico senza confini, che ogni anno cura gratuitamente circa 1000 pazienti, in prevalenza stranieri, è un esempio dell’impegno straordinario che si sviluppa sul territorio.
Grazie ai volontari, Dramane e i suoi compagni hanno potuto imparare l’italiano e, nel gennaio del 2017, partecipare alla nascita del circolo Auser Volontariato del Savuto, proprio a Rogliano, un presidio importante per persone di ogni età e ogni nazionalità.
Negli ultimi anni, Auser Territoriale Cosenza ha attivato il progetto “Adozione in vicinanza”, che consiste nel favorire l’integrazione dei giovani rifugiati nella prosecuzione degli studi o nell’avviamento di una professione, mediante un supporto economico e logistico.
Sono tanti i ragazzi che sono stati aiutati a mettere le basi per il loro futuro, come ci spiega Luigi Ferraro, presidente di Auser Cosenza e artefice di gran parte dei progetti di integrazione sul territorio.
“Li abbiamo assistiti in maniera differente, a seconda dei loro desideri e delle loro capacità, sempre con l’obiettivo del riconoscimento di un titolo. In alcuni casi abbiamo aiutato queste persone a prendere la patente, in modo da poter essere autonomi nel lavoro e uno di loro, che in Costa D’Avorio guidava i tir, è riuscito a prendere tutte le attestazioni necessarie per svolgere la sua professione anche qui. Abbiamo sostenuto un ragazzo nel conseguire un attestato professionale di panettiere e adesso lavora in un forno e allo stesso tempo stiamo aiutando a finire gli studi un ragazzo di 19 anni che frequenta l’istituto alberghiero”.
Anche per Dramane il sogno è sempre stato quello di proseguire gli studi. Così, grazie al progetto “Adozione in vicinanza” nei giorni scorsi è riuscito a prendere la laurea triennale il Scienze Politiche.
Luigi Ferraro è entusiasta per percorso del giovane maliano: “Dramane è un ragazzo motivatissimo e ha fatto un corso di studi splendido, laureandosi con un semestre di anticipo con il voto di 104/110, un punteggio molto alto se consideriamo anche le sue difficoltà con la lingua italiana.
Adesso proseguirà con la Laurea Magistrale in Economia e siamo sicuri che sarà un percorso altrettanto brillante”.
Entusiasmo e motivazione stanno spingendo questo ragazzo a costruire la sua strada: il suo obiettivo è quello di terminare gli studi e di tornare in Mali per dare il suo contributo al suo Paese di origine.
Il legame con la sua terra e di tutto quello che è stato costretto a lasciare, del resto, è sempre vivo dentro di sé: nella fotografia che lo ritrae con la corona di alloro, dopo aver preso la laurea, si possono notare dei nastri verdi, gialli e rossi, i colori della bandiera del Paese da cui proviene.